martedì 25 dicembre 2012

Un episodio negativo di vita partigiana

Partigiano Remo



Siamo all'inizio del 1945.
Sono un partigiano (partigiano Remo) della IV brigata , divisione Gin Bevilacqua, distaccamento Maccari.
Qui faccio parte del SIM (servizio informazioni militari).

In pratica mantengo i contatti con fascisti pentiti, militari e fascisti che fanno il doppio gioco per salvare la pelle qualora la guerra avesse preso un esito non favorevole per loro.

Mi trovo nel bosco nelle vicinanze del distaccamento.

Una pattuglia partigiana accompagna per essere fucilato un uomo, accusato di essere una spia nazi-fascista.

Un partigiano del Maccari si avvicina e sferra un violentissimo pugno alla mascella della spia indifesa.

Immediatamente - era con  me il partigiano Castagno- fermo l'esecutore di un gesto così incivile e gli chiedo spiegazioni.

Mi si risponde, a giustificazione dell'atto, che i genitori del partigiano avevano subito molte sevizie dai fascisti.

Non sono per niente soddisfatto della risposta.

A mio giudizio i partigiani avrebbero dovuto essere totalmente diversi dai loro avversari ed in senso positivo, altrimenti che valore aveva la nostra lotta di liberazione? 

Con Castagno , che era d'accordo con il mio pensiero, ci recammo al comando per denunciare il fatto.

Dai comandanti riceviamo comprensione assoluta.

Le disposizioni sono:
Nessun prigioniero deve subire molestie di alcun tipo.

Sono rimasto totalmente soddisfatto delle decisioni adottate nei confronti di atti da condannare come estranei al Movimento di Liberazione nazionale

Partigiano Remo (Giovanni Taramasco)


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