lunedì 22 luglio 2013

Bella Ciao (versione di Manu Chao)

Alla mattina appena alzato 
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao 
Una mattina mi sono alzato 
e ho trovato l'invasor 

O partigiano portami via 
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao 
O partigiano portami via 
chè mi sento di morir 

E se muoio da partigiano 
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao 
e se muoio da partigiano 
tu mi devi seppellir 

E seppellire lassù in montagna 
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao 
e seppellire lassù in montagna 
sotto l'ombra di un bel fior 

E le genti che passeranno 
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao 
e le genti che passeranno 
ti diranno che bel fior 

È questo il fiore del partigiano 
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao 
è questo il fiore del partigiano 
morto per la libertà



Versión en castellano

Una mañana me he levantado.
(Esta mañana me he levantado)
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao.
Esta mañana me he levantado
y he descubierto al invasor.

¡Oh! Guerrillero, quiero ir contigo.
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao.
¡Oh! Guerrillero, quiero ir contigo
porque me siento aquí morir.

Y si yo caigo, en la guerrilla.
(Y si yo caigo en la montaña)
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao.
Y si yo caigo, en la guerrilla,
(Y si yo caigo en la montaña)
tú me debes sepultar

Cava una fosa en la montaña.
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao.
Cava una fosa en la montaña
bajo la sombra de una flor.

Así la gente cuando la vea.
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao.
Así la gente cuando la vea
se dirá ¡qué bella flor!

Será la flor, de un guerrillero,
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao.
Será la flor, de un guerrillero,
muerto por la libertad.

...Será la flor, de un guerrillero,
muerto por la libertad.
Muerto por la libertad.

domenica 13 gennaio 2013

Sandro Pertini, un partigiano Presidente



Alcune frasi di Sandro Pertini, un 

partigiano Presidente

Chi rappresenta l'Italia non deve e non può permettersi di offendere il popolo italiano. Sandro Pertini

Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre. Sandro Pertini

Il fascismo è l'antitesi della fede politica, perché opprime tutti coloro la pensano diversamente.
***
Hitler e Mussolini avevano la pelle bianchissima, ma la coscienza nera. Martin Luther King aveva la pelle color dell'ebano, ma il suo animo brillava della limpida luce.
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I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.
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Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore.
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Ed alla nostra mente si presenta la dolorosa immagine di un amico a noi tanto caro, di un uomo onesto, di un politico dal forte ingegno e dalla vasta cultura:Aldo Moro. Quale vuoto ha lasciato nel suo partito e in questa assemblea! Se non fosse stato crudelmente assassinato, lui, non io, parlerebbe oggi da questo seggio a voi.
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Coerenza è comportarsi come si è e non come si è deciso di essere.
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Nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere.
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È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.
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Non mi sembrò un tipo umano, Nixon. Mi sembrò molto arrogante, molto pieno di sé. Uh, quella mascella! Non mi piace proprio, quella mascella. E quei lineamenti da bulldog. Non mi piacciono proprio. Denunciano una prepotenza.
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Il modo migliore di pensare ai morti è pensare ai vivi.
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Sono socialista, da più di mezzo secolo. Per me socialismo vuol dire esaltazione della dignità dell'uomo; e quindi il socialismo non può andare disgiunto dalla libertà.
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L'Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame.
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Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire.
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Sono del parere che la televisione rovina gli uomini politici, quando vi appaiono di frequente.
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Per me libertà è giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo.
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Mussolini si comportò come un vigliacco, senza un gesto, senza una parola di fierezza.

lunedì 31 dicembre 2012

In ricordo del partigiano Mirto (Carai Giovanni)



Il partigiano Mirto, uno dei partigiani più anziani (scomparse nel 1992 alla soglia dei 92 anni), era uno dei miei contatti per il recupero di informazioni in quanto lui era in contatto con molti esponenti del clero che passavano informazioni utili ai partigiani.
Il partigiano Mirto era era l'intendente del comando di brigata, passo poi al comando di Divisione.
Il suo compito era l'approvvigionamento di armi , viveri ed altri generi alle formazioni partigiane.
Il partigiano Mirto fu tra i primi ad organizzare le brigate partigiane savonesi, salendo sulle montagne di Montenotte e di Finale, fino ad assumersi le responsabilità prima citate.
salì sulle montagne subito dopo l'8 Settembre 1943, avendo già assaggiato le piacevolezze del carcere durante il fascismo.

Nel 1935 fu tra i 18 imputati (tra cui Giuseppe Aglietto) condannati per propaganda sovversiva dal tribunale fascista di Savona.

La sua fu una peregrinazione tra le carceri di Finalborgo, Migliarina, Castelfranco, Fossano.
Carai fu un personaggio di riferimento della guerra di liberazione.
Terminata la guerra non volle sfruttare in alcun modo gli onori che gli venivano dalla resistenza.
Si occupò dell'A.N.P.I. ed a lui toccò l'onore di portare il medagliere della sezione savonese.

Partigiano Remo (Giovanni Taramasco)

sabato 29 dicembre 2012

Arrivo al distaccamento Maccari


Arrivai al distaccamento Maccari (IV brigata Garibaldi della divisione Gin Bevilacqua) che operava nell'entroterra savonese).
Nell'inverno la neve cadde abbondantemente.
Pervenni al distaccamento Maccari nei primissimi giorni del Gennaio 1945 dopo un viaggio che mi portò da Millesimo (località Tirasegno) al paesino di Bormida dove mi attendevano i componenti di una famiglia del posto che non conoscevo.
Da questa famiglia avrei avuto assistenza ed istruzioni per raggiungere le formazioni partigiane.
La strada provinciale che da Millesimo portava a Bormida era tenuta sgombra dalla neve dai cantonieri locali, ma era troppo pericolosa perchè attraversata da reparti tedeschi e fascisti dei battaglioni San Marco, Brigate Nere o Guardie Nazionali Repubblichine (G.N.R.).

Mio padre mi prestò un aiuto fondamentale ed inegualiabile.

Costruì prima della partenza da Millesimo delle racchette di legno necessarie per non sprofondare nella neve.
Con queste racchette riuscimmo faticosamente a compiere il tragitto via bosco, riducendo di molto il pericolo di imbattersi in truppe nazi fasciste.

Mio padre all'epoca aveva 50 anni e fu un esempio prezioso nella mia vita.

Arrivati a Bormida la famiglia ci accolse fraternamente, ci diede vitto e alloggio, ci ospitò per la notte.
Al mattino presto mio padre riprese la via del ritorno, a me toccò invece un'altra camminata sui monti ricoperti di neve, in compagnia del primogenito di questa cara famiglia che mi portò in una cascina in località Cravezza dove rimasi opsite alcuni giorni da generosi contadini che mi trattarono come un figlio.

( non si dirà mai con quale dedizione ed amore i contadini aiutarono, nascosero, curarono i partigiani delle località di montagna).

Arrivò poi a prelevarmi l mio amico partigiano Castagno (Arnaldo Rosati).
Salutati e ringraziati quei generosi contadini prendemmo insieme la via del distaccamento.
Durante il nostro cammino ci trovammo ad un punto in cui la neve arrivava al bacino e muoversi divenne veramente difficoltoso.
Arrivammo comunque al distaccamento Maccari prima di notte.
La mia curiosità era forte, fui accolto con simpatia da tutti e dal comandante Vladimiro (Vincenzo Bellini), chiamato dai nemici "quello della piuma" , perchè portava sempre un cappello da alpino con la classica piuma.
Una delle prime formalità da svolgere per un neo partigiano era la scelta del nome di battaglia.
Logicamente per evitare confusioni doveva essere un nome diverso dagli  altri componenti il distaccamento.
Alla fine la scelta cadde su "REMO".

Era ora di cena. 
la cucina era un tavolo con una protezione in lamiera in mezzo al bosco.
Sorpresa: quella sera il tavoro era ricoperto di pezzi di carne di mucca e polenta
Il cuciniere era un partigiano nei nostri confronti già avanti con gli anni, intorno ai 50 (partigiano Veleno- il nome era tutto un programma) mi spiegò che si trattava di un avvenimento straordinario e che ben difficilmente si sarebbe ripetuto.
Gustai la prima cena partigiana.
Chiesi poi a castagno notizie del mio amico Stefano Peluffo e la risposta fu dolorosa, perchè mi disse che venne catturato e fucilato con altri 4 patrioti il primo Novembre 1944.

Partigiano Remo (Taramasco Giovanni)

venerdì 28 dicembre 2012

Poesia di Piero Calamandrei :Il Monumento






Lo Avrai 
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire. 
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d'un macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.

Attività di propaganda antifascista con il Fronte della gioventù



Prima di passare nelle formazioni partigiane feci da civile Attività di propaganda antifascista con il Fronte della gioventù.
Il mio contatto era Stefano Peluffo (ora eroe della resistenza - medaglia di argento al valor militare- fucilato nel 1944 nella fortezza Priamar).

Con Stefano Peluffo dovevamo svolgere un lavoro di propaganda e di diffusione di volantini antifascisti.

Le squadre addette a questi compiti erano parecchie e per motivi di sicurezza le une non conoscevano le altre.

Faccio un esempio: ore 20: 10 portoni, 15 scale, 150 volantini, tempo a disposizione 20 minuti.
Finito il lavoro recarsi in un portone stabilito ) in un punto definito del portone lasciare con una matita una piccola scritta.
ore 20,30 :il contatto (nel mio caso Stefano Peluffo) passa nel portone se vede la scritta significava che tutto era andato bene, altrimenti dava l'allarme.

Il mio lavoro l'ho sempre svolto con precisione e, dico la verità, con un po di batticuore.

Un altro lancio un po più più complicato mi capitò una sera in zona Santuario.
In giornata mi recai sul posto in bicicletta per nascondere i volantini.
Bisognava essere molto veloci e guardinghi. Essere scoperti significava essere fucilati.

All'ora stabilita inizia a lasciare i volantini vicino alle porte delle case.

Ad un certo punto in lontananza apparvero due carabinieri che venivano nella mia direzione.

Fortunatamente non mi videro, tornai rapidamente indietro, recuperai i volantini già deposti, mi nascosi ed aspettai che i carabinieri transitassero e ricomincia la deposizione dei volantini.

Anche questa volta era andata bene.

Il giorno dopo mi recai al lavoro e qui un collega, con circospezione mi fece vedere uno di volantini da me lanciati.
Ovviamente non sapeva che ero io l'artefice del lancio.

partigiano Remo (Giovanni Taramasco)